sabato 9 marzo 2013

Eroi

Ogni tanto penso che questo blog sia diventato come il mio vecchio cd preferito di qualche anno fa, lo ascolto poco ma non smetto mai. mi serve a ricordarmi chi ero, dunque sono.
ci torno poco qui, scrivo di rado, ogni volta è passato troppo tempo per fare riassunti. 

Ora che ci penso, questo è il primo post dell'anno.
Che anno strano, per ora, difficile, imprevedibile, un pò mi fa paura, come tutto quello che non capisco.
Non capisco quanto lontano è il futuro a cui posso pensare, cosa posso programmare con spensieratezza, se ha senso avere sogni da realizzare in un paese senza bussola.
Gli italiani che votano B. sono ancora troppi, siamo senza governo, si dimettono anche i papi e la Regina è in ospedale. La mia casa è in vendita, non è tempo di fare mutui, e a Milano siamo rimasti in pochi. 

Però poi..
nasce Ettore, un capellone adorabile, ancora non l'ho visto e già non c'è ora che non pensi a lui.
E allora ti ricordi perchè ha senso avere idee forti, avere speranza, avere storie belle da raccontare a lui che ancora non sa niente. Devi insegnargli che con il verde si passa e il rosso no, che per fare un tavolo ci vuole un albero, che sorridere fa bene alla salute.

Che bisogna essere degli eroi. e chi meglio di lui.

giovedì 15 novembre 2012

dopotutto a lieto fine

c'erano una volta
balene, tonni e tigri di sumatra. poche. 
c'erano alberi, pale eoliche e biciclette.
c'erano soluzioni, bicchieri mezzi pieni, striscioni e passione.
tanta, tantissima, a volte troppa che ti fa sbronzare.
c'erano idee, obiettivi, azione, sudore, lacrime e gioia infinita.
oggi ci sono
soldi, suv, gadget e tasche piene di strategie.
parole, opinioni, fiumi di send, forward, reply. 
ci sono orologi molto puntuali, scarpe molto pulite, consigli molto spassionati. 
forti strette di mano e bellissimi sorrisi senza far vedere i denti. 
tigri e balene ci sono ancora. e non sono nemmeno in estinzione.

c'è anche una casa, piena di luce e di amore. 

giovedì 16 agosto 2012

Tempo di partire

Solo 2 giorni. 
Conto le ore che mancano alla partenza. 
Non vedo l'ora di riempirmi gli occhi di città mai viste, di pestare kilometri di strade sconosciute. 
L'attesa mi eccita, mi sento energica,
passo il tempo a ripensare ai viaggi che ho già fatto, 
ai templi di Bangkok e ai pesci di Kho Tao, 
ad Allegra che canta in thailandese su un pullman semivuoto in una notte di luglio. 
Abbozzo itinerari, appunto nomi e strade, segno e sottolineo, calcolo distanze e mi sento bene.
Inizia prima di partire, il viaggio, è un'idea che diventa valigia, è una linea di punti che diventa tatuaggio sulla pelle. 

martedì 26 giugno 2012

Ad esempio a me piace il Sud. Non sempre.

Io appartengo a quella numerosa categoria di ragazzi interrotti, nati sotto il sole del Sud e diventati grandi in città lontane dove il cielo non si vede.
Siamo quelli che sognano tutta la vita di tornare, per intenderci, ma che poi basta poco per scoprirsi incapaci di restare, se non per qualche giorno. 
Io ci torno spesso in Puglia, una volta al mese, la famiglia è qui, l'amica del cuore e l'estetista pure.
Amo questa terra di un amore doloroso e arrabbiato. è un costante senso di rimpianto e nostalgia misti a consapevole distacco e perduta appartenenza. Come essere innamorati del ragazzo sbagliato, decidi che basta, non ci caschi più, ma quel desiderio non te lo scordi mai.
Ora sono qui, scrivo dalla mia stanzetta nella casa dei miei, sono venuta per il primo saggio della mia nipotina. Perchè non ci si può perdere sempre tutto.
Ieri mattina l'ho accompagnata alle prove, in bicicletta, io e lei con le gambe al vento. Giulia era felice e tutta emozionata. 20 minuti dopo sono andata a controllare la bici, non c'era più.
Sono andata a riprenderla, ho dovuto spiegarle che dovevamo tornare a casa a piedi, perchè vive in paese di quattro gatti ma tutti in gabbia, dove non basta una catena a sentirsi sicuri, dove l'ingenua sono io che non mi sono legata la bici addosso, dove nessuno ha visto niente e nessuno è libero.
Non vedo l'ora di tornare a Milano.

martedì 12 giugno 2012

stato di avanzamento

E' giugno, è tardi e su questo divano sto aspettando l'estate e anche Fab che stasera sta parlando in inglese con nonsochi sui navigli. 
Faccio un pò di resistenza ad ammetterlo, io super donna indipendente e emancipata, ma mi sembrano fottutamente sprecate le sere come questa che non stiamo insieme. 
Tempo rubato con permesso accordato a muso storto.
Eppure pensavo che il tempo per me mi sarebbe mancato, che avrei rimpianto il mio stato di coinquilina in stanza singola. almeno qualche volta.
Invece l'uomo che sta aprendo la porta di casa mia mi ha fregato in pieno. tempo, occhi e pensieri.

domenica 8 aprile 2012

3 mesi dopo, una vita fa.

Roberto è la fotocopia di suo padre e io da 3 mesi non prendo treni nel weekend.
Pensavo che alla fine non è passato tanto, a me mi sembra una vita fa.
Ho riempito un'altra parentesi di scatti, fogli zeppi di facce, numeri e ricordi, ho messo tutto dentro ad un baule e fatto un salto, ciao, roma.
Eppure non ho capito bene se questa è stata una partenza o un ritorno,
che momento è, se è un punto o una virgola, se un inizio e di cosa.
Non capisco bene dove sono, come si usa il microonde e da che lato si mettono le lenzuola.
Ho un duplicato di chiavi in tasca e la mia bici pedala ancora.

domenica 8 gennaio 2012

Tutto sommato fa due io e te

Mi chiedevo quante valigie servirebbero per conservare
tutto il tempo passato ad aspettare questo momento,
le notti al telefono a maledire i km, le ore nei treni ad azzerare distanze,
tutti quegli ultimi minuti di occhi lucidi prima di ogni partenza.

E mi chiedevo quanti salti, corse, capriole e danze avremmo potuto fare
con tutte le energie mescolate in questo tempo,
le scintille dei contatti, la forza delle paure, dei dubbi, delle urla, dei baci.

E ancora mi chiedevo quante volte avremmo compiuto giri intorno al mondo
con tutti i soldi spesi per darci la mano nel weekend,
uno ogni due, in teoria, ma quando mai, quasi tutti, escluso pochi, già dimenticati.

E infine mi chiedevo se senza tutto questo
ora saremmo qui, davanti alla felicità
di essere io+te, di nuovo, ma insieme, a Milano.

domenica 13 novembre 2011

Hallelujah

io ieri ho festeggiato, anzi avrei voluto festeggiare anche di più.
sarei andata tutta la notte a ballare davanti a palazzo grazioli, ma avevo già un impegno purtroppo.
e chi dice che non c'è niente da festeggiare non lo capisco proprio, si vuole solo dare un tono secondo me, si mette l'r moscia in bocca per essere fuori coro che fa sempre figo, e valuta inelegante manifestare in una piazza chè fa sempre molto intellettuale.
E invece evviva, brindiamo, balliamo, abbracciamoci, tiriamo fuori l'entusiasmo, cazzo. questo circo di nani e ballerine ha chiuso le tende.
19 anni, o 17, comunque troppi, sono finiti, e allora hallelujah.
chissenefrega cosa viene dopo, che i guai non sono passati, l'importante a volte è arrivare alla fine, e quando la fine arriva, al dopo ci pensiamo domani.

domenica 2 ottobre 2011

Cambio di stagione

Ottobre, ciao.
In te ripongo tante speranze, vedi un pò tu cosa puoi fare.
Batti un colpo, cambia l'aria, scuoti le lenzuola.
Se non lo fai, la situazione si fa pesante,
diventi più stronzo di settembre e poi a novembre si sa, migrano gli uccelli.
Palla a te. Patti chiari, amicizia lunga.

lunedì 26 settembre 2011

- A volte mi chiedo che cosa stiamo aspettando?
- Che sia troppo tardi, madame

è che quando sono mesi che non scrivi, poi ti viene anche voglia ma non sai da dove iniziare, cosa raccontare, se parlare dell'ultima ripugnante notizia fresca fresca di figa o metterti a scrivere uno di quei post che capisci solo tu, pieni di rimandi romantici a stati emotivi già passati che però sono stati lì per mesi, cavolo, non pensavi sarebbero passati mai.
E allora non lo so, so solo che questa pagina è rimasta troppo indietro, questo tempo sarebbe tutto da scrivere, per non dimenticare ogni infimo dettaglio del degrado sociale, politico, culturale che respiriamo ogni santa ora.
E forse non ho scritto solo perché in cuor mio aspettavo il giorno in cui digitare in Helvetica 18 maiuscolo che la rivolta è iniziata, finalmente, che anche qui, in questo paese immobile la gente si è svegliata e non spreca tutta l'energia e l'ironia solo a scrivere post o tweet di raffinato sarcasmo, ma è scesa in piazza e fa la rivoluzione.
perchè la vicenda farebbe anche ridere, se non ci fosse in ballo il nostro futuro.