Io appartengo a quella numerosa categoria di ragazzi interrotti, nati sotto il sole del Sud e diventati grandi in città lontane dove il cielo non si vede.
Siamo quelli che sognano tutta la vita di tornare, per intenderci, ma che poi basta poco per scoprirsi incapaci di restare, se non per qualche giorno.
Io ci torno spesso in Puglia, una volta al mese, la famiglia è qui, l'amica del cuore e l'estetista pure.
Amo questa terra di un amore doloroso e arrabbiato. è un costante senso di rimpianto e nostalgia misti a consapevole distacco e perduta appartenenza. Come essere innamorati del ragazzo sbagliato, decidi che basta, non ci caschi più, ma quel desiderio non te lo scordi mai.
Ora sono qui, scrivo dalla mia stanzetta nella casa dei miei, sono venuta per il primo saggio della mia nipotina. Perchè non ci si può perdere sempre tutto.
Ieri mattina l'ho accompagnata alle prove, in bicicletta, io e lei con le gambe al vento. Giulia era felice e tutta emozionata. 20 minuti dopo sono andata a controllare la bici, non c'era più.
Sono andata a riprenderla, ho dovuto spiegarle che dovevamo tornare a casa a piedi, perchè vive in paese di quattro gatti ma tutti in gabbia, dove non basta una catena a sentirsi sicuri, dove l'ingenua sono io che non mi sono legata la bici addosso, dove nessuno ha visto niente e nessuno è libero.
Non vedo l'ora di tornare a Milano.
Siamo quelli che sognano tutta la vita di tornare, per intenderci, ma che poi basta poco per scoprirsi incapaci di restare, se non per qualche giorno.
Io ci torno spesso in Puglia, una volta al mese, la famiglia è qui, l'amica del cuore e l'estetista pure.
Amo questa terra di un amore doloroso e arrabbiato. è un costante senso di rimpianto e nostalgia misti a consapevole distacco e perduta appartenenza. Come essere innamorati del ragazzo sbagliato, decidi che basta, non ci caschi più, ma quel desiderio non te lo scordi mai.
Ora sono qui, scrivo dalla mia stanzetta nella casa dei miei, sono venuta per il primo saggio della mia nipotina. Perchè non ci si può perdere sempre tutto.
Ieri mattina l'ho accompagnata alle prove, in bicicletta, io e lei con le gambe al vento. Giulia era felice e tutta emozionata. 20 minuti dopo sono andata a controllare la bici, non c'era più.
Sono andata a riprenderla, ho dovuto spiegarle che dovevamo tornare a casa a piedi, perchè vive in paese di quattro gatti ma tutti in gabbia, dove non basta una catena a sentirsi sicuri, dove l'ingenua sono io che non mi sono legata la bici addosso, dove nessuno ha visto niente e nessuno è libero.
Non vedo l'ora di tornare a Milano.